Una giornata di Giugno a Rodio

La giornata è calda, e si taglia l’erba con mezzi meccanici di piccole dimensioni. Nella breve pausa caffè, si ammirano le chiome degli ulivi intrecciarsi in un gioco di forme nel cielo azzurro.
Le radici delle piante fissate saldamente nel terreno ed i suoi rami, con le foglie argentee, sono rivolte al cielo.
Un quadro luminoso di colori, che ricorda parte del testo poetico della “canzone all’ulivo” di Giovanni Pascoli.
Nei massi le barbe, e nel cielo
le piccole foglie d’argento!
Serbate a più gracile stelo
più soffici zolle!
Tra i massi s’avvinchia, e non cede,
se i massi non cedono, al vento.
Lì, soffre, ma cresce, né chiede
più ciò che non volle.
L’ulivo che soffre ma bea,
che ciò ch’è più duro, ciò crea
che scorre più molle.